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Purtroppo, no. In alcuni casi è considerata indispensabile. La plastica allunga la vita dei prodotti e fornisce una barriera contro i batteri, uno strato contenitivo per il gas inerte e un comodo rivestimento impermeabile. Sarebbe difficile immaginare di acquistare prodotti come il pesce senza imballaggi in plastica.
Tuttavia, esistono delle alternative. Noi, in quanto consumatori, possiamo usare contenitori riutilizzabili, e i rivenditori possono utilizzare più materiali riciclati (e riciclabili). Eliminare i materiali monouso è possibile, ma per riuscirci serve il coinvolgimento di tutti.
Anche i consumatori devono essere pronti ad affrontare piccole scomodità. Le materie plastiche, anche quelle usa e getta, sopravvivono centinaia di anni nel nostro ambiente e il vero costo del loro ciclo di vita non corrisponde affatto al loro prezzo di scaffale.
Ci sono tantissimi tipi diversi di plastica nei prodotti usa e getta e negli imballaggi.
Una soluzione che ogni consumatore può adottare è quella di limitare i tipi di plastica a un solo standard che sia più facile da riciclare. Questo potrebbe significare, ad esempio, meno plastica colorata. Si tratta solo di essere più selettivi. Le vaschette nere per alimenti sono un esempio particolarmente problematico in quanto contengono pigmenti che rendono l'imballaggio più difficile da rilevare tramite la tecnologia di smistamento. I materiali misti sono quelli che contengono tipi diversi di materiale nello stesso prodotto. Per esempio, un sacchetto di plastica con rivestimento in foglio di alluminio o una tazza da caffè usa e getta in carta con rivestimento in plastica. Questi oggetti sono particolarmente difficili e costosi da separare, e spesso sono considerati come contaminati.
Nel 2018 l'UE ha prodotto circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica post-consumo. Di questi, solo il 30% è stato riciclato, il 31% è finito in discarica e un altro 39% è stato incenerito. Da una relazione del National Audit Office (la Corte dei conti britannica) risulta che oltre la metà dei rifiuti riciclabili del Regno Unito viene inviata all'estero per essere riciclata ma gran parte di essa rischia di finire in discarica o nell'oceano.
Forse il principale ostacolo economico al riciclaggio della plastica è il costo relativamente basso delle materie prime necessarie alla produzione di nuovi materiali. Le materie prime derivate dal gas naturale e dalla lavorazione del petrolio greggio sono relativamente economiche, soprattutto se paragonate ai costi fissi legati al riciclaggio. Un altro fattore che può influire sulla produzione è l'aumento del costo del petrolio.
L'AIE (Agenzia Internazionale dell'Energia) ha aumentato significativamente le sue proiezioni sui costi futuri del petrolio nella relazione di quest'anno a causa delle mutate prospettive della domanda e dei costi di produzione. Si stima che il costo medio raggiungerà i 100 dollari al barile entro i prossimi due decenni e arriverà a più di 200 dollari al barile nel 2030, in termini nominali. La previsione dello scorso anno stimava che nel 2030 il costo medio per barile sarebbe ammontato a soli 108 dollari.